Blog

Una vacanza nel Salento non può prescindere da un’immersione nei sapori di questa terra. Concediti un tour enogastronomico per assaporare al massimo il gusto autentico di una tradizione antica e impareggiabile.

Di seguito troverai una selezione delle migliori cantine di vini di Gallipoli, dove coccolare i tuoi sensi con delle piacevoli degustazioni.

Cantina Coppola

Dal 1489 Cantina Coppola è garanzia di qualità. È una delle più importanti aziende vitivinicole del territorio salentino e si trova nella “Tenuta Paritari Torre Sabea”, a pochi passi dal mare.

La struttura ospita un ampio show room con sala vendita e degustazione, zona di produzione e stoccaggio, un art-room con museo permanente, le terrazze, la bottaia con camminamento vetrato da cui ammirare le botti.

Cantina Coppola organizza diversi tour, con visita guidata del complesso e degustazione tecnica di vini accompagnata con salumi e formaggi. Vi è anche la possibilità di scegliere tra i diversi menù proposti dal ristorante e sperimentare gli accostamenti tra vino e cibo.

Enoteca 15 gradi

Presso l’Enoteca-Osteria 15 gradi, a Gallipoli, si trovano le migliori etichette di vini locali e nazionali, da accompagnare con degustazioni di piatti gourmet.

Raffinatezza e originalità contraddistinguono questo locale che si trova in una zona centralissima della bella cittadina ionica: una tappa imperdibile per inebriare i propri sensi.

Santa Maria di Leuca era definita dai romani "De Finibus Terrae", poiché era un borgo all'estremità del Salento, dove i mari Ionio e Adriatico sembra che si fondino. Si tratta di un luogo bello e ammantato da romantiche leggende, come quella della sirena Leucasia.

Si tratta di una tra le più suggestive leggende narrate nel Salento, anche se è stata erroneamente considerata di origine popolare. Infatti la storia della sirena Leucasia è stata ideata nel 1992 da uno scrittore salentino, Carlo Stasi. Questa storia narra che nel mare della estremità della penisola salentina vi era una bellissima sirena, di nome Leucasia, dalla pelle bianca e dagli occhi azzurri, con una chioma bionda lunghissima.

L’amore della sirena Leucasia

Il canto di Leucasia era armonioso e nessuno sapeva resistergli. Un bel giorno, un giovane pastorello messapico, di nome Melisso, venne alla scogliera per pascolare il gregge e per rinfrescarsi dalla calura. Il bellissimo giovane stava suonando il flauto quando sentì il melodioso canto di Leucasia. Ella, vistolo così affascinante, se ne innamorò e tentò di sedurlo. Il giovane pastore, però, era innamorato dell’aristocratica Aristula, e la respinse senza accorgersi che era una sirena.

La sirena si infuriò per il rifiuto di Melisso e aspettò il momento opportuno per vendicarsi. Un giorno, quando vide Melisso e Aristula che amoreggiavano sulla scogliera di Leuca, scatenò una tempesta con le sue code, gli innamorati annegarono e si sfracellarono sulle punte opposte alla baia.

L’origine leggendaria di Leuca

La dea Minerva vide tutto, si impietosì e pietrificò i corpi di Aristula e Melisso nelle punte della baia: Melisso divenne Punta Meliso e Aristula Punta Ristola, i due promontori che delimitano la baia di Leuca. La giovane coppia di innamorati rese così eterno il loro amore e da allora abbraccia il mare, dove finisce la terra.

Su Punta Meliso si erge un caratteristico e maestoso Faro che guarda il mare verso l'infinito, mentre Punta Ristola è la località dove è possibile ammirare alcune tra le più belle grotte del Salento, come ad esempio la Grotta del Bambino, la Grotta delle Tre Porte e la Grotta del Diavolo.

Nel frattempo Leucasia, divorata dal rimorso, perse la sua splendida voce e si suicidò. Fu quindi pietrificata anch’ella negli scogli della meravigliosa baia. La roccia bianca rispecchiava il candore della pelle della sirena, che riecheggia anche nel nome, “leukos”, che in greco significa proprio “bianco”. Così, secondo la leggenda, nasce Leuca.

Ispirandosi a questa leggenda, l’artista Calacagnile ha scolpito un bellissimo gruppo scultoreo detto il "Trittico della Trascendenza", che è stato posizionato proprio sul lungomare di Leuca per rappresentare Leucasia, L’Angelo del Meliso e La Nuotatrice dei due Mari.

I “Mustazzoli” sono biscotti tipici della tradizione culinaria salentina. Queste piccole delizie del palato ricoperte di glassa al cioccolato hanno origine araba.

Mustazzoli: il radicamento nella tradizione culinaria salentina

È proprio durante la dominazione turca, infatti, che questi biscotti si diffusero nel Salento e in altre aree dell’Italia meridionale, come la Calabria, la Sicilia e la Campania.

Nel tempo, i mustazzoli sono diventati parte integrante del panorama gastronomico salentino, tanto che è impensabile che non se ne trovino durante le fiere o le feste patronali. Ma sono reperibili anche in tutti i panifici e biscottifici salentini e finanche nei supermercati!

Fin dalla fine dell’Ottocento questi irresistibili biscotti fatti di cioccolato e mandorle hanno iniziato a diffondersi sempre di più: entrati nelle case e nei cuori dei salentini, i mustazzoli sono diventati una tradizione da tramandare di generazione in generazione. Una gustosissima tradizione!

Questi biscotti, che in genere nel Meridione d’Italia sono caratteristici del periodo natalizio, nella zona del Salento si gustano in ogni periodo dell'anno: non si può lasciare il Salento senza prima averli assaggiati!

Prepararli in casa secondo la ricetta originale

Si è detto che nel Salento i mustazzoli sono facilmente reperibili tutto l’anno: vero, se ne trovano di molto buoni! Ma prepararli da soli in casa potrebbe, oltre che divertire, renderne il sapore ancora più genuino.

Ecco la ricetta originale dei biscotti che sanno deliziare chiunque li assaggi!

Ingredienti

  • Farina 1 kg
  • Zucchero 400 gr
  • Uova 4
  • Olio 100 gr
  • Latte q.b.
  • Lievito 2 bustine
  • Ammoniaca per dolci 15 gr
  • Cacao 4 cucchiai
  • Mandorle tostate 500 gr
  • Vino bianco o rhum 1 bicchierino
  • Limoni 2
  • Chiodi di garofano e cannella

Preparazione

Scaldare in un tegame, per pochi istanti e a fiamma bassa, le bucce di limone e l’olio. Poi passare al setaccio farina, lievito e cacao. Aggiungere lo zucchero, le uova e l'olio freddo che si è aromatizzato e impastare il tutto.

Unirvi l'ammoniaca, stemperata nel latte, e lavorare ancora il composto. Aggiungere le mandorle tritate, i chiodi di garofano che avrete polverizzato, la cannella, il vino o il rhum. Se è necessario, aggiungere del latte per ammorbidire.

Dividere l’impasto in piccole forme di biscotti, da porre in una teglia che avrete foderato con carta da forno. Cuocere i mustazzoli per 25 minuti circa a 180 gradi e poi lasciarli raffreddare. Nel frattempo preparare una glassa con il cacao, lo zucchero a velo e l’acqua e immergervi i mostaccioli. Sgocciolare i biscotti e lasciarli asciugare.

Questi biscotti salentini sono ottimi anche nelle varianti con nocciole, miele e frutta candita.