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Le vacanze di Pasqua 2019 rappresentano una valida occasione per concedersi un viaggio alla scoperta del Salento. Anche in primavera, infatti, il territorio salentino può offrire numerose opportunità ai turisti che organizzano per la prima volta una visita a Lecce e dintorni.

Un itinerario tra arte, storia e natura, impreziosito da un piacevole clima mite. Ecco alcune tra le destinazioni più belle del Salento da visitare durante le prossime festività di Pasqua.

Lecce, città d'arte del Salento e non solo

Fino a pochi anni fa, Lecce era considerata soltanto una meta estiva. Oggi, invece, è considerata a tutti gli effetti come una delle città d'arte più interessanti d'Italia.

Lecce è famosa per la sua arte barocca, che caratterizza gli edifici più importanti presenti all'interno del perimetro della città salentina. La massima espressione della declinazione barocca può essere ammirata passeggiando lungo i vicoli del centro storico.

Il monumento più rappresentativo è invece la Basilica di Santa Croce, la cui costruzione risale tra il XVI e XVII secolo. Lecce è anche conosciuta per essere la città delle chiese, presenti in gran numero nel centro più conosciuto del Salento.

Durante un breve soggiorno, rimangono da vedere infine il Teatro e Anfiteatro romano, oltre al Castello di Carlo V in Piazza Sant'Oronzo, patrono della città.

I borghi del Salento: Borgo di Specchia e Borgo di Presicce

Trascorrere le vacanze di Pasqua in Salento offre la concreta possibilità di visitare due dei centri inseriti nella lista dei borghi più belli d'Italia: Borgo di Specchia e Borgo di Presicce.

Il primo è un villaggio medievale, dove il tempo sembra essersi fermato a mille anni fa. Presicce è invece famoso per la sua città sotterranea, nella quale sono ospitati dei secolari frantoi. In passato, il Salento è stato un territorio che ha basato le proprie fortune sui frantoi. Basti citare Gallipoli, divenuta famosa ancora prima che per il mare per il suo olio lampante. Borgo Presicce è la testimonianza diretta di come i frantoi ipogei mantengano tutt'oggi un grande fascino di fronte agli occhi dei turisti.

Melendugno: a caccia di poesia

Tra le gemme nascoste del Salento è possibile annoverare Melendugno, piccolo centro in provincia di Lecce (distante 20 minuti), a metà strada tra la città più popolosa del territorio salentino e Otranto.

In pochi sanno che a Melendugno si nasconde una delle piscine naturali più belle in tutto il mondo. Conosciuta come La Grotta della Poesia, grazie ai social network (soprattutto Instagram) la piscina naturale di Melendugno si è trasformata a poco a poco in una delle mete più apprezzate dai turisti.

Otranto: punto d'incontro di tre popoli

Greci, bizantini, aragonesi. Nel corso della sua storia, Otranto ha conosciuto la dominazione di tre diversi popoli.

Le testimonianze dirette sono la piccola Chiesa di San Pietro (arte bizantina) e il noto Castello Aragonese. La primavera è il periodo migliore per conoscere il borgo cittadino di Otranto.

Una curiosità: la città salentina è la prima in Italia a vedere il sole sorgere.

Dovunque tu scelga di trascorrere le tue vacanze salentine, troverai una terra meravigliosa ed accogliente!

Una città come Gallipoli il mare lo vive in tutte le sue sfaccettature. Il mare è un bene prezioso che, oltre a regalare benessere psico-fisico a chi ha la fortuna di goderne, è anche una fonte ricca di risorse.

Questo lo sanno molto bene i pescatori e la gente locale, che con il pesce offerto dal mare hanno saputo dare vita a delle vere e proprie delizie per il palato. Come la scapece gallipolina.

Non puoi lasciare Gallipoli senza aver assaggiato questo piatto tipico della tradizione culinaria locale!

Le origini antichissime della scapece gallipolina

La scapece gallipolina ha una storia molto antica: risale all’epoca medievale, quando le coste del Salento erano esposte alle incursioni dei Saraceni e di altri popoli.

Ebbene, nei periodi in cui i gallipolini erano costretti a restare chiusi entro le mura della città e non potevano, quindi, uscire per procacciarsi il cibo, era necessario avere delle scorte alimentari che consentissero loro di sopravvivere il più a lungo possibile.

Fu in quest’ottica che ebbe origine la scapece, piatto delizioso che oggi è il simbolo della tradizione culinaria della “Perla dello Ionio”.

La scapece, infatti, può garantire una lunga conservazione grazie al processo di preparazione che prevede la marinatura in aceto del pesce precedentemente fritto. Il caratteristico colore giallo è conferito dallo zafferano, uno degli ingredienti base in fase di marinatura, che avviene all’interno di tipici contenitori in legno detti “calette”.

Per preparare la scapece si scelgono pesci di piccola taglia, i tipici argentini di cui il mare del Salento è molto ricco, che vengono fritti interi con le lische e le interiora.

La scapece oggi: specialità irrinunciabile

Sebbene le sue origini siano molto antiche, il sapore unico di questo piatto lo ha fatto arrivare fino ai nostri giorni.

Oggi rappresenta uno dei simboli di Gallipoli: se ti trovi in città non puoi perdere l’occasione di degustare questa pietanza, che ti verrà proposta sia per le strade del centro sia nei ristoranti tipici.

Passeggiando per le vie della città ti giungerà il richiamo di questa pietanza attraverso il suo profumo misto all’odore del mare.

La bellezza del Salento è anche sotterranea. Questo estremo lembo di terra nasconde, infatti, nel sottosuolo le antiche testimonianze di un passato tutto rurale: i frantoi ipogei.

La terra pugliese è rinomata per il suo eccellente olio d’oliva, simbolo di una produzione agricola millenaria. Nel tempo le tecniche di lavorazione sono mutate, ma si conservano ancora in ottimo stato moltissimi frantoi ipogei (anche detti “trappeti”), che in passato erano impiegati per la produzione dell’olio.

Seguici in un tour alla scoperta dei segreti del sottosuolo salentino!

I trappeti salentini: cenni storici

Non si può pensare al Salento senza immaginare splendidi paesaggi in cui il mare dialoga con la campagna, caratterizzati dai tipici muretti a secco e da maestosi alberi d’ulivo secolari.

L’ulivo è uno dei simboli del Salento e in passato è stata la principale risorsa economica per gli abitanti di questa terra baciata dal sole.

Non è un caso, quindi, che ci siano tantissimi frantoi in Salento, ma forse ti starai chiedendo perché queste strutture si trovino proprio nel sottosuolo. Ebbene, la risposta sta nel fatto che la produzione di olio non è sempre stata al centro dell’economia salentina: infatti, in età messapica le popolazioni locali si dedicavano principalmente alla coltivazione del grano, finché l’influenza bizantina non ha introdotto la coltura dell’ulivo. I granai ipogei furono quindi adibiti a frantoi. Inoltre, i locali sotterranei garantivano l’ambiente ottimale per la conservazione del prodotto.

Inizialmente l’olio salentino era esportato in tutta Europa come “olio lampante”: fungeva, cioè, da combustibile per l’illuminazione pubblica. Ma era utilizzato anche come ingrediente base per la realizzazione del sapone. Solo successivamente l’olio d’oliva è diventato un prodotto ad uso alimentare, dalle preziose proprietà benefiche.

Un tour tra i frantoi ipogei salentini

Uno dei centri più rinomati per la presenza dei frantoi ipogei è Presicce, nell’entroterra salentino, nota come “città sotterranea”. Qui vi si trovano oltre trenta trappeti, assolutamente da non perdere attraverso un itinerario guidato. Alcuni sono anche visibili esternamente dalla piazza principale.

Altri piccoli borghi che conservano numerosi frantoi ipogei sono Sternatia e Morciano di Leuca.

Uno tra i frantoi più famosi del Salento, perché totalmente ristrutturato e aperto al pubblico è a Gallipoli, nei sotterranei di Palazzo Granafei, nel cuore del centro storico. A Gallipoli sono circa 35 i frantoi ipogei recuperati, testimonianza della centralità che la produzione di olio d’oliva rivestiva nel panorama economico salentino.

Il frantoio di Palazzo Granafei risale al 1600 ed è uno dei punti di maggiore interesse per i visitatori della Città Bella. All’interno vi si possono trovare, oltre alla macina in pietra, anche strumenti come torchi e presse, che permettono di comprendere meglio la storia della lavorazione delle olive.

La visita ai frantoi ipogei costituirà una tappa importante del tuo viaggio in Salento, utile anche per comprendere fino in fondo lo spirito genuinamente rurale degli abitanti di questa terra, che vivono tra il profumo del mare e quello della campagna.

Dopo aver appreso la storia della produzione dell’olio, non partire senza aver degustato l’oro liquido del Salento, magari come condimento di un prodotto tipico come la frisa!